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Eldecalcitolo: un nuovo analogo della vitamina D per l’osteoporosi

Ortopedia Medical Information Dottnet | 20/02/2017 09:40

La metanalisi ha evidenziato che l’eldecalcitolo è più potente dell’alfacalcidolo nel ridurre il marcatore del turnover osseo.

L'osteoporosi è definita una patologia scheletrica sistemica progressiva caratterizzata da riduzione della massa ossea e deterioramento microarchitettonico del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità ossea e suscettibilità alle fratture. La variazione del turnover osseo con l'invecchiamento è ritenuta causa della perdita di massa ossea e svolge un ruolo importante nella patogenesi dell’osteoporosi. Uno squilibrio del turnover osseo è responsabile della resistenza ossea data da riduzione del volume osseo e della mineralizzazione, perdita di trabecole, deterioramento della connettività trabecolare, formazione di cavità dovute al riassorbimento e perforazione trabecolare.

L’eldecalcitolo (ELD) è descritto come analogo della forma attiva della vitamina D ed è stato approvato per il trattamento dell'osteoporosi in Giappone. Negli ultimi anni, sono stati condotti numerosi studi multicentrici, randomizzati e controllati. L’obiettivo di Xu et al. è stato analizzare in modo globale i risultati di questi studi.

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Per individuare gli studi clinici oggetto della metanalisi, sono stati utilizzati i database MEDLINE, EMBASE e Cochrane Central Register of Controlled Trials includendo i trial condotti fino al 28 febbraio 2015. I dati recuperati da tre studi clinici indipendenti hanno incluso un totale di 1.332 pazienti con osteoporosi. ll software RevMan è stato utilizzato per effettuare la metanalisi e determinare gli effetti di ELD sulla densità minerale ossea (bone mineral density, BMD) e il marcatore di turnover osseo (bone turnover marker, BTM) telopeptide amino-terminale del collagene di tipo I (NTX). Sono stati esaminati complessivamente gli effetti del ELD su alcuni dei parametri di formazione ossea e riassorbimento osseo, l'incidenza di fratture vertebrali nella parte inferiore della colonna vertebrale e la health-related quality of life (HRQOL) in pazienti con osteoporosi.

Secondo il test per l’effetto complessivo, ELD è stato in grado determinare un aumento della BMD lombare (p<0.00001). In confronto all’alfacalcidolo, ELD ha ridotto il livello di NTX in misura maggiore (test per l’effetto complessivo= 3.82, p<0.0001). E’ stato anche rilevato che ELD è capace di sopprimere la fosfatasi alcalina ossea (bone alkaline phosphatase, BALP) del 19% (p<0.01) e l’osteocalcina del 19% (p<0.01) alla dose di 0.75 mg/giorno. Rispetto all’alfacalcidolo, l’ELD ha mostrato una maggiore efficacia nel sopprimere la BALP sierica (26±9 rispetto a 32±11 U/L, p<0.05) e il propeptide amino-terminale del procollagene I (PINP) (42±15 rispetto a 59±23 ng/mL, p<0.05). Inoltre, ELD è risultato essere più efficace nel ridurre l'incidenza delle fratture vertebrali nella parte inferiore della colonna vertebrale (p=0.029).

La metanalisi ha mostrato che l’ELD è stato più potente del alfacalcidolo nel ridurre il BTM (NTX). I dati clinici hanno evidenziato l’efficacia di ELD nel trattamento dell'osteoporosi, attraverso l’aumento della BMD lombare; sopprimendo i BTM, tra cui NTX, BALP, osteocalcina e PINP; con conseguente riduzione dell'incidenza di fratture vertebrali del rachide inferiore e aumento del HRQOL in pazienti con osteoporosi.

Riferimenti bibliografici:

Xu Z, Fan C, Zhao X, Tao H. Treatment of osteoporosis with eldecalcitol, a new vitamin D analog: a comprehensive review and meta-analysis of randomized clinical trials. Drug Des Devel Ther. 2016 Jan 28;10:509-17.

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